Lezioni di …longobardo

I longobardi parlavano…longobardo, ma non lo scrivevano, quindi non sappiamo molto. Era presumibilmente una lingua germanica, che alcuni studiosi ritengono simile al burgundo o al gotico e che si estinse verso l’VIII secolo lasciando il posto al latino volgare parlato nei territori occupati.

Parte di un’ ascia longobarda conservata a Brescia

Del longobardo abbiamo informazioni nell’ Editto di Rotári, che é scritto in latino ma con parecchi inserti della lingua dei re. Abbiamo inoltre “reperti fossili” vivi nel nostro italiano.

Molte parole longobarde hanno a che fare con la guerra. Sono di origine longobarda, appunto, le parole guerra, zuffa, faida, spranga, trappola, spaccare, arraffare, strale, sguattero, spalto. E verbi come spaccare, schernire, tuffare, strofinare, scherzare.

Parte di un’ arma longobarda conservata a Brescia

Ci sono poi parole legate alla fisiologia e alla fisionomia: russare, guancia, nocche, stinchi, ciuffo, zazzera, schiena.

Parole che rivelano l’architettura basica di questa popolazione, almeno all’ inizio:  palcopancascaffalestambergastucco.

Arnesi e utensìli per varie attività domestiche e tecniche sono la gruccia, la palla, la greppia, la trappola, la spranga.

Ricordiamo inoltre ricco, stracco, biotto, tanfo e schiuma.

Esercito longobardo in una miniatura medievale

Garibaldi e’ un cognome di origine longobarda.

Sono i longobardi che trasformano la tt in zz quindi la “pita” mediterranea e’ in bocca loro che diventa “pizza”.

E infine, il Knödel longobardo, cioé il canederlo, diventa “gnocco” e rimane sulle nostre tavole fino ad ora. Ma di questo abbiamo giá parlato qui.

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