Un tributo a Napoli, alle vie, le piazze i chiostri, le tavole. Un tributo alla “dolce vita”, quella vera delle strade e dei babá, questo “non-capolavoro” di Ettore Scola che merita, in “Ciak si mangia” gli onori che forse non merita a livello artistico.
Vediamo, dunque, le scene principali di questa “cartolina mobile”. Un buddy movie, definito un po’ insipido dalla critica -e non troviamo argomenti per contrastare questa opinione – in cui non mancano concessioni agli stereotipi internazionali, ma che in fondo si fa amare proprio per la sua semplicitá, compensata dalla incredibili vedute della cittá

Ecco, in sintesi, di cosa si tratta. L’americano Robert Traven (Jack Lemmon) importante uomo d’affari, ritorna dopo molti anni nella Napoli che aveva conosciuto da soldato. Antonio era stato suo amico ai tempi della guerra, e la sorella di Antonio, Maria, un suo amore fugace. Antonio, impiegato d’archivio e aspirante commediografo, ha coltivato il ricordo degli anni eroici della Liberazione, e all’ Amico americano dedica un’ accoglienza festosa. La reazione di Robert, scostante, lo ferisce.
La magia di Napoli pero’ inizia a fare effetto e Robert passeggiando nel Chiostro delle Clarisse, inizia a ricordare gli anni della sua gioventú, e Maria.
Robert decide dunque di tornare sulle tracce di Antonio per scusarsi della reazione scostante avuta la mattina ma arrivato a casa dell’ amico trova la moglie Carmelina, che mentre svela i dettagli dell’ ammirazione che la famiglia ha sempre avuto per l’americano, offre un bel liquore da una bottiglia gigante. Per non farsi mancare nulla, Totó saluta dalla parete…
All’ archivio storico del Banco di Napoli, Antonio é ancora un po’ offeso per la mancanza di considerazione da parte dell’ amico la mattina, ma la gioia di averlo ritrovato gli fa superare il momento.
Da questa prima riconciliazione, é un crescendo di rivelazioni e di tenerezza. Antonio, si scopre, aveva mantenuto viva l’antica fiamma della sorella scrivendole finte lettere a nome di Roberto, da tutto il mondo. La famiglia era cresciuta nell’ orgoglio di mantenere la corrispondenza con quell’ importante amico americano.

Venutolo a sapere, Robert per quanto contrariato, finisce per commuoversi

Ricomposta l’amicizia, Robert va a salutare l’amico Antonio in galleria. Il napoletano é seduto ai tavolini di un bar e sta scrivendo una delle commedie che rappresentano ogni mese in un teatro popolare. Robert vorrebbe un wisky ma viene convinto a optare per un “babá supertridimensionale”che i due mangeranno in un’ indimenticabile passeggiata in galleria.
Con la cittá sullo sfondo, i due amici parlano di vita, morte…e miracoli a tavola. Per ben due volte Antonio é stato dato per morto dalla famiglia, ma si é “miracolosamente ripreso” il giorno dopo, all’ora di pranzo, appena serviti a tavola i maccheroni. Da qui, il nome del film.
Si approfondisce l’amicizia tra i due. Antonio con molto orgoglio presenta all’ amico Robert suo figlio, aspirante musicista. Per chiamarlo come lui (Robert e non Roberto), Antonio ebbe una discussione con il parroco alla nascita del bambino.
L’americano é sempre piu’ coinvolto dall’ affetto dell’ amico e dalla vita partenopea. Sembra quasi ritrovare contatto con la parte piu’ umana della sua persona.

Verso il finale pero’ Robert viene a sapere da Carmelina, la moglie di Antonio, che loro figlio si é messo nei guai, e ha bisogno di 5 milioni. Antonio é andato a cercare i soldi per salvare il figlio. Robert domanda come mai non li abbia chiesti a lui: “e allora l’amicizia a che serve?” Risponde Carmelina: “A non rompere i coglioni agli amici!”
Nel tentativo di salvare il figlio, Antonio viene colpito in testa da due malavitosi. Arriva Roberto a soccorrere l’amico, ma un po’ in ritardo. Il danno é fatto.
Il colpo in testa sará fatale per Antonio. O forse no. Forse i maccheroni faranno un miracolo per la terza volta. E nella scena finale, con il presunto morto in casa, tutti attendono le 13 con un piatto di maccheroni davanti…
