Tra le ereditá della cucina longobarda ci sono gli gnocchi.
O almeno la parola. “Knohhil” infatti e’ il longobardo per indicare il nodo del legno, ed é passato all’ altoatesino Knödel, il canederlo. Si chiama anche knedlíky (in ceco), Klöße (in altre regioni della Germania), Kneidl (vicino a Udine).
Si tratta (per chi avesse dubbi) di una palla di pane raffermo di varie dimensioni, ammollata in latte e aromatizzata in vari modi a seconda della zona, e che si puo’ mangiare si asciutta sia in brodo.
Non abbiamo ricette scritte dell’ epoca longobarda, solo descrizioni di banchetti (e poche), immagini e ricerche archeologiche ma gli storici sono riusciti a ricostruire la diffusione dei canederli-gnocchi e ad associarla all’ espansione del Longobardi.
Gli altoatesini chiamano “mangiatrice di canederli” una nutrice raffigurata accanto alla Nativitá di Castel d’Appiano (strada del Vino, provincia di Bolzano).

La presenza di una nutrice accanto alla Madonna, é tipica di alcune rappresentazioni bizantine e qui é stata ripresa e adattata. In questo caso secondo gli storici dell’ arte che hanno interpretato il dipinto la nutrice sta cucinando per Maria che ha appena partorito e le palline di cibo che vediamo sono state riconosciute come antichi canederli.
L’affresco e’ del 1180 quindi di vari secoli posteriore alla caduta del regno longobardo, tuttavia il fatto che vengano rappresentati nella Nativitá fa pensare che si trattasse di un cibo comune e instaurato da tempo in quella zona.
Per trovare una ricetta degli gnocchi di patate, quelli che si mangiano oggi, bisogna aspettare il 1700 (quando la patata, che si conosceva fin dalla scoperta dell’ america, effettivamente si diffuse in Europa).
Non disponendo di ricette autentiche “longobarde” dei canederli, riporto la ricetta ufficiale dell’ Accademia Italiana della Cucina. Il link alla pagina originale é qui.
CANEDERLI IN BRODO
Regioni: Trentino Alto AdigeIngredienti: Ingredienti per 4 persone
300 g di pane raffermo
50 g di farina
200 g di lucanica trentina non stagionata
3 uova
2,5 dl di latte
50 g di parmigiano grattugiato
50 g di burro
1 cipolla, prezzemolo noce moscata
brodo di carne
sale e pepe
Tagliare il pane a dadini. Sbattere le uova con il latte e un po’ di sale, versarle sul pane e lasciare riposare il tutto. Sciogliere il burro in un tegame e soffriggervi la cipolla tritata. Aggiungere la “lucanica” accuratamente sbriciolata e farla leggermente rosolare. Versare il soffritto sul pane già bagnato con il latte e le uova; unire la farina, il formaggio grattugiato e il prezzemolo tritato. Aggiustare di sale, pepe e noce moscata e amalgamare bene il tutto in modo da farne un impasto omogeneo piuttosto consistente.
Preparare con l’impasto i canederli formando delle palline del diametro di 6 centimetri. Passarli nella farina e immergere i canederli in abbondante acqua bollente salata e farli cuocere a moderata ebollizione per circa quindici minuti. Scolarli accuratamente e servirli in brodo caldo con una generosa spolverata di formaggio (localmente si usa il Trentingrana).
I canederli si possono gustare anche asciutti conditi con burro fuso e grana grattugiato.
2 pensieri su “Knoedelesserin: la mangiatrice di Canederli”