Aggiustarsi lo stomaco con un brodino “cuneiforme”

Sono in “formato paperback” (tascabile) si affretta a dire la BBC, per rendere ancora piú simpatiche queste quattro tavolette di ricette assiro-babilonesi, registrate in scrittura cuneiforme nel 1730 a.C. (una é piú tarda).

Come se ce ne fosse bisogno, di renderle simpatiche, e non fossero giá tutta un’ emozione.

Il ritrovamento e’ avvenuto in Siria, nel sito di Mari, e le tavolette sono conservate a Yale ma recentemente un team interdisciplinare di giovani archeologi, chimici e storici di Yale e Harvard ha deciso di dar vita alle vecchie ricette e di filmarsi ai fornelli -dubbi compresi- come un gruppo di foodblogger “imbranati”. Il risultato ovviamente é eccezionale (si puó vedere qui).

La tavoletta piu’ intatta contiene 25 ricette di brodi e stufati, ma si tratta piú di una lista di ingredienti. Altre tre tavolette, in condizioni di conservazione peggiori, contengono istruzioni di presentazione e altre dieci ricette.

Leggiamola, dunque, la ricetta di questo brodino mesopotamico chiamata “unwind” forse perché, come direbbe la mia nonna, rimette a posto lo stomaco:

Pasrutum, ricetta che sistema lo stomaco. Non prevede l’uso di carne. Prepari l’acqua. Aggiungi grasso. (Aggiungi) erba cipollina, coriandolo, sale a piacere, porro, aglio. Sbricioli il pane, lo setacci e lo spargi sulla pentola prima di toglierla dal fuoco.

Nella ricetta non danno, come al solito le dosi. E dopo averla immaginata come un brodino leggero, con tanto di crostini di pane, ho pensato: e se invece fosse una sorta di “peará veronese”? Cambiando la relazione tra pane e brodo verrebbe esattamente una salsa simile. (ricetta della peará, qui)

(foto di Dolcecucina)

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