Decameron: storie di panzanelle e di amanti

Miniatura di un manoscritto del Decameron che illustra la novella de “la vedova e lo scolare”

Chi avrá avuto l’idea di bagnare il pane secco e usarlo per cucinare? Chiederselo é come indagare su chi ha inventato la ruota o la famosa “acqua calda”.

Insomma, il pane é preparazione molto antica, soprattutto nella sua forma non lievitata e che lo si aggiungesse, spezzato e bagnato (a volte grattuggiato) alle preparazioni é noto fin dai tempi dei Babilonesi (le tavolette di Mari, ne abbiamo parlato qui) e dal Tractum latino (ne parleremo a lungo piú avanti).

Dunque tutta la discussione toscana su come sia nata la “panzanella” é ridicola. L’avranno inventata i contadini o i marinai toscani? Nessuno dei due: c’era giá.

Ma siccome il piatto é di quelli buoni-buoni, anche se la discussione é ridicola ne parliamo ugualmente.

Boccaccio nell’ Ottava giornata (racconto n.7) parla di una bella vedova che prende in giro un suo giovane spasimante, lasciandolo tutta una notte d’inverno chiuso in un cortile gelido ad aspettarla. Lui si vendica in modo tremendo, e la lascia tutto un giorno d’estate nuda sopra un terrazzo arroventato (una trasposizione in italiano contemporaneo si puo’ leggere qui). Quando la spiacevole vicenda si scioglie, la vedova viene salvata dai suoi contadini, che le offrono un piatto “di pan lavato”.

Il “pan lavato”, in contesto toscano, altro non é che la panzanella, un’ insalata di verdure dell’ orto arricchita di pane vecchio ammorbidito nell’ acqua. Della Panzanella (sempre senza citarne il nome) parla anche Agnolo Bronzino nel Cinquecento: “Chi vuol trapassar sopra le stelle/ en’tinga il pane e mangi a tirapelle/ un’insalata di cipolla trita/ colla porcellanetta e citriuoli/ vince ogni altro piacer di questa vita/ considerate un po’ s’aggiungessi/ bassilico e ruchetta”.

Una fotografia illustrativa della ricetta, momentaneamente presa da qui.

Ecco la ricetta ufficiale dell’ Accademia della Cucina della Panzanella all’ uso di Firenze. Altre regioni hanno altre versioni “ufficiali”.

Naturalmente i pomodori ai tempi di Boccaccio non c’erano.

Peccato per loro…

Panzanella all’ uso di Firenze – Ingredienti per 4 persone

  • 400 g di pane casalingo raffermo
  • 3 pomodori non troppo maturi
  • 2 cipolle rosse
  • 1 cetriolo (facoltativo)
  • 1 mazzetto di basilico
  • olio extravergine d’oliva aceto di vino
  • sale e pepe

Tagliare il pane a fette e inzupparlo per qualche minuto in acqua fredda; quando sarà ben impregnato, prenderlo poco alla volta, strizzarlo bene facendo forza con le mani, quindi sminuzzarlo in tante briciole asciutte. Mettere il pane così ridotto in una zuppiera, aggiungere i pomodori tagliati a dadini, le cipolle tagliate a fettine, il cetriolo se gradito e le foglioline di basilico. Condire solo con olio e mettere in fresco.
Prima di servire regolare di sale e pepe e aggiungere una spruzzata di aceto.

Pane toscano, foto de La Cucina Italiana

Lascia un commento