Polli, pollastri, galline vecchie e una bella ricetta di Apicio

I romani dei primi secoli, quelli dei sette re di roma e della repubblica, non erano grandi mangiatori di pollo.

Avevano imparato dai Greci a castrarli e ingrassarli (Catone sa tutto) ma li apprezzavano soprattutto per la produzione di uova di cui erano, sí, ghiottissimi.

Non che questo desse maggiori gioie ai poveri volatili: erano infatti -ahiloro- molto apprezzati per le cerimonie sacrificali e divinatorie da cui non uscivano comunque vivi.

Se nella Roma antica, dunque, uccidere galline a scopo alimentare era vietato, piú avanti il divieto si alleggerisce ma se ne fa un tema di buon senso: Columella consiglia di uccidere le galline solo una volta diventare improduttive (3 anni). Chissá che buon brodo!

In epoca imperiale comunque il pollo e’ ampiamente usato da ricchi e poveri. Apicius presenta varie ricette -che riporteremo man mano. (una buona rassegna delle ricette di pollo di Apicius é qui)


Ecco la prima, con parole mie:

Pollo alle due salse.

Soffriggo le cipolle tagliate fini, faccio rosolare il pollo a pezzi e poi cuocio tutto a fuoco lento in un brodo di vino aromatizzato con acciughe e foglie di coriandolo. Quando é pronto lo metto da parte.

Intanto ho cotto a fuoco basso e mescolando sempre una salsa fatta con tre parti di latte e una di acqua, poco sale miele a cui aggiungo pan grattato fino a farla addensare.

Preparo una seconda salsa densa con pepe, sedano di montagna, origano, miele e
mosto, la addenso con farina.

Servo il pollo giá cosparso della prima salsa, in modo che sia tutto bianco. Porto in tavola la salsa di vino in una salsiera, e condisco di fronte agli ospiti. L’effetto e’ molto scenografico


Ecco la mia traduzione alla lettera:

Pollo tractogalatus: Cuoci un pollo in liquamen, olio, vino e aggiungi un mazzetto di coriandolo e cipolla: quando sarà cotto lo togli dal suo brodo; collochi in un diverso paiolo del latte, e un pochino di sale, miele e pochissima acqua, cioè la terza parte, fai cuocere a fuoco lento in modo che si intiepidisca [senza bollire]: rompi un pane secco e aggiungi poco per volta, mescoli frequentemente in modo che non bruci, vi metti il pollo intero o a pezzi, lo verserai in un vassoio, e lo innaffierai con il seguente intingolo: pepe, ligustico, origano, miele e un pochino di vino cotto stemperati in un paiuolo con il brodo del pollo: lo farai giungere all’ebollizione: quando bollirà amalgami con dell’amido e porterai in tavola.


Ed ecco il testo latino di Apicius

Pullus tractogalatus. Pullum coques liquamine, oleo, vino cui mittis fasciculum coriandri, caepam: deinde cum coctus fuerit, levabis eum de iure suo, et mittis in cacabum novum lac, et salem modicum: mel, et aquae minimum, id est tertiam partem, ponis ad ignem lentum, ut tepescat: tractum confringis, et mittis paulatim, assidue agitas, ne uratur, pullum illic mittis integrum, vel carptum, versabis in lance, quem perfundes iure tali: piper, ligusticum, origanum: suffundis mel, et defrutum modicum, et ius de suo sibi temperas in cacabulo: facies, ut bulliat: cum bullierit, amylo obligas, et inferes.

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