
Io me la ricordo, la mela grattuggiata della nonna. Ma piu’ ancora della mela, non riesco a dimenticare quello strano oggetto in vetro, conservato in un angolino speciale e profumato della credenza, che serviva per ridurre la mela in puré. Non l’ho mai piu’ rivisto. L’ho ritrovato ora su google, con un po’ di fatica
A me piaceva, la mela grattugiata, sapeva di coccole.
Non si poteva avere sempre, pero’, e soprattutto non si poteva toccare lo strumento magico necessario a produrla (e pensando a quanto abile fossi nel far cadere tutto, posso capire le ragioni del divieto).
Nella grammatica del cibo della nonna, era chiarissimo che il puré di mele ossidato serviva per alleviare gli attacchi di mal di pancia, le carote crude per rafforzare la vista e il pesce per ravvivare il cervello.

Nessuna sorpresa, dunque, ma solo un po’ di nostalgia, leggendo Antimo (Anthimus, De obseruationem ciborum- 511 d.c.) che non é il testo piu’ brillante che mi sia capitato per le mani in questi mesi, ma é l’unico “ricettario” dell’ europa alto-medievale che é arrivato fino a noi. Un “unicum” in cinquecento anni di storia. In realtá piu’ che un ricettario, é un libro di dietetica, e il suo incanto sta nel mostrare lo scontro tra “la civiltá della carne” e “la civiltá del pane” che si é consumato nell’ ex impero romano (civiltá del pane) dopo l’arrivo dei “barbari”. Antimo infatti era un medico greco, e scriveva per il re dei franchi, di origine germanica. Interessante il suo sforzo di applicare la dietetica “greco-romana” a quei villani dei…”francesi” di 1500 anni fa, rozzi e carnivori.

Eccolo, allora, Antimio. Certo, che non avendo la grattugia della nonna, gli toccava far bollire le mele (cotogne)
ANTIMIO -LE MELE COTOGNE
Tra i frutti, le mele cotogne sono buone e le migliori per i disenterici che hanno emesso sangue da molto tempo. Tagliarli di traverso e lessarli bene in acqua dolce e pura in un vaso di terracotta …