Concepito nel 1936, steso per la prima volta nel 1943 durante un esilio a Fermo, nelle Marche, e pubblicato solo nel 1946, Cronache di poveri amanti, di Vasco Pratolini, é un romanzo profondamente fiorentino e profondamente antifascista.


La trasposizione cinematografica del 1954, con lo stesso titolo presenta importanti adattamenti rispetto al libro. Manca, tra l’altro, il personaggio di Renzo, che é Pratolini stesso. Pratolini fu coinvolto e si dichiaro’ soddisfatto della riuscita del film.

Un giovane, bellissimo Marcello Mastroianni nel ruolo di Ugo si confronta qui per la prima volta con un personaggio impegnato e dal destino serio, dopo un esordio piú leggero in opere precedenti.

“Era la fine di aprile, o i primi di maggio del 1925…” il tipografo Mario si stabilisce in via del Corno per avvicinarsi all’ innamorata Bianca, figlia di un dolciaio ambulante. Per intercessione di Margherita, amica di Bianca, Mario affitta una camera in casa di Maciste il maniscalco, interpretato da Adolfo Consolini, in realtá discobolo e oro olimpico, alla sua prima, ed unica, esperienza nel cinema.

L’arrivo di Mario al vicolo, che Pratolini conosceva bene essendoci cresciuto, permette al regista di darci uno spaccato della vita quotidiana e di presentarci i personaggi. Pratolini dedica l’intera prima parte della sua opera a questa presentazione, che qui si risolve in pochi minuti. Imperdibile, comunque, la carrellata che incomincia al minuto 6.02 e sembra un presepe, se non fosse che non tutti sono prorpiamente “angeli”.


Margherita, moglie di Maciste, stende i panni su un modesto terrazzo …vista Duomo. Il padre di Bianca torna dal mercato con la cesta dei suoi croccanti. Conosciamo Ugo (mastroianni) venditore ambulante di frutta e verdura, con il suo carretto. Le bambine giocano e intanto puliscono i piselli mentre i ragazzini giocano e basta. Conosciamo il ciabattino e sua moglie, e poi entra in scena Carlino Bencini, fascista come il suo amico Osvaldo.



/image%2F1325073%2F20201004%2Fob_d0a9dc_chronique-des-pauvres-amants-5.jpg)
Ugo – Mastroianni entra in scena quasi subito (8.54). E’ ospitato a casa di Giuseppe ma ha un “affaire”, neanche tanto segreto, con la moglie del suo padrone di casa. Lo conosciamo mentre beve un primo caffé, riscaldato in un pentolino e non nella moca napoletana. Ugo é impegnato in politica, nonostante le donne lo distraggano, come gli fa notare l’amico Maciste, uomo d’onore, e di partito. Le riunioni degli antifascisti, organizzate inizialmente attorno al tavolo di Maciste, sono accompagnate da grandi bicchieri di vino rosso (13,43).

Alfredo Campolmi, pizzicagnolo, torna dal viaggio di nozze a Roma con la bella Milena. Grazie ad un prestito della “Signora”, ex famme fatale (ora appesantita dagli anni) che si dedica all’ usura, Alfredo é deciso a rilanciare il negozio che era stato del padre. In una lunga sequenza, imperdibile per “Ciak si mangia” (dal minuto 16.19), entriamo letteralmente in un negozio del 1925, ricostruito attorno agli anni Cinquanta. E’ qui che tra burro, marmellata di ciliege, mortadella e acquisti a credito, vediamo anche la famosa scena della “Finocchiona”, comprata da Mario e che “non basta nemmeno come spuntino”.
Ma di cosa si tratta? La Finocchiona é il tradizionale salame del Chianti a pasta morbida a base di semi di finocchio selvatico.

Il tran tran del vicolo, cosí ben descritto nella prima parte, inizia a traballare proprio appena dopo questa ultima scena di quotidianitá. Alfredo rifiuta di pagare il pizzo “al fascio”, e verra brutalmente pestato, fino a morire, a fine film, in ospedale dopo quasi un anno.


Milena si consuma nel dolore per il marito ammalato e nei debiti, non potendo portare avanti sola il commercio. L’amica Margherita, al minuto 35.03 la consola con una zuppa calda di verdura mentre Mario, nella medesima sequenza, la consola con un sorriso. Piú avanti lascerá Bianca per sposarsi con Milena, oramai vedova.


Maciste ha un nuovo Sidecar, con il quale sfreccia per la cittá e sfugge dai fascisti, che cerca ancora di contrastare.
In una sfortunata notte “da fine del mondo”, Maciste rimarrá ucciso da uno squadrone, e Ugo (Marcello) gravemente ferito. Lo protegge “La Signora”, ordinando alla cameriera Gesuina di medicarlo e portargli da mangiare. Al minuto 1:10:18 lo vediamo alle prese con un appetitoso piatto di pasta in brodo. Gesuina, che era innamorata di Maciste, lentamente cede alle avances di Marcello, e andrá a vivere con lui fuori dal vicolo, fino a quando lo porteranno in commissariato.

Il film prosegue, tra amore e morte, e non vogliamo svelarne eccessivamente (il link per chi desidera vederlo tutto é qui sotto.
Se dovessimo scegliere un menu per accompagnare la visione, suggeriremmo senza dubbio un bel panino di mortadella e finocchiona, con un bicchiere di vino del Chianti.