Era bellissimo. Impavido. Sprezzante del pericolo e dei denari.
Le donne gli si buttavano letteralmente ai piedi. Ben prima dell’ “Impresa dei Mille” impersonava giá l’eroe romantico perfetto: era una sorta di star internazionale che si sposó tre volte, amó molto ma soprattutto fu amatissimo.

Era un “duro”, rude per davvero. Non sopportava le occasioni sociali e lasció l’aristocratica inglese Emma Roberts perché non sopportava le sue cene (e anche perché si era invaghito di una sua amica, la giornalista Jessie White).

Gli aneddoti sul suo potere di seduzione non si contano. Quando era a Caprera la corrispondenza dalle sue ammiratrici gli veniva consegnata in casse. Rispondeva a tutte ma dovette fare un appello pubblico, su un giornale, affinché le “groupies” allegassero alla lettera un francobollo per la risposta: lui di soldi non ne aveva mai. Lady Shaftesbury lo pregò di donarle una ciocca di capelli. La contessa Maria Martini della Torre impazzí (letteralmente) per lui. Lasció marito e figli ma una volta accortasi che Garibaldi non corrispondeva il suo amore finí in manicomio e fece tappezzare la sua stanza di camice rosse. La moglie del poeta Lord Byron, Anne Isabelle, lo finanzió con molto denaro. Mrs Deidery, una gentildonna londinese, pur di vivere accanto a Garibaldi e non potendo avere il suo amore, si propone come educatrice dei suoi figli. Giuseppina Raimondi, marchesina lombarda, lo sposa pur essendo incinta di un altro. E naturalmente Anita, forse il suo unico vero amore: Garibaldi la vide con il cannocchiale su una spiaggia brasiliana, e capí dal primo istante che era sua -racconta nella sua autobiografia. Il fatto che fosse giá sposata non lo fermó: la rapí. E lei si fece rapire, perché il rapimento di un eroe é sempre un salvataggio.

Un romantico rude, dicevamo. Un vero macho. E i suoi gusti spartani si riflettono anche in cucina.
Tra i suoi piatti preferiti, lo stoccafisso alla genovese (una ricetta antica e tradizionale, che ora qualcuno chiama Stoccafisso Garibaldi in suo onore).
Se si esclude il tempo di ammollo, é una ricetta abbastanza veloce, sana e molto gustosa
Ecco la ricetta dell’ Accademia della cucina:

STOCCAFISSO ALLA GENOVESE -VERSIONE MARINARA
Ingredienti per 4 persone
- 800 g di stoccafisso ammollato
- 3 acciughe salate, olio,
- un battuto di carote sedano e cipolla
- aglio e prezzemolo
- 500 g pomodori
- olive nere e verdi, capperi
- vino bianco
Scottare in acqua lo stoccafisso per 15 minuti. Sciogliere, con un mestolo di legno, in abbondante olio, in fondo a un tegame (se possibile di coccio), le acciughe salate, lavate e diliscate, senza arrivare all’ebollizione dell’olio. Quando le acciughe sono sciolte, aggiungere un bel battuto di cipolla, carota e sedano. Alzare la fiamma e quando l’insieme assume un colore dorato, aggiungere uno spicchio d’aglio (o più, a piacere). Quando prende colore si aggiungono i capperi e i pomodori tagliati a pezzi. Si lascia cuocere a fiamma viva per circa quindici minuti e poi si passa a cuocere lo stoccafisso tagliato a pezzi insieme a olive (anche parzialmente tritate) e ai pinoli. Lasciar cuocere per un quarto d’ora a tegame coperto e a fiamma bassa e se necessario allungare con il vino bianco per evitare che pesce e intingolo si attacchino al tegame.